anno 2
numero 6
July 2017

ISSN: 2499-2348
ITA/ENG
pagine: 124
dimensioni: 165 x 220 mm
tiratura: 2000

illustratori:
- Gianluca Folì
- Simone Massoni
- Tai Pera
- Elisabetta Benfatto

authors:
- Piero Crida
- Katsumi Komagata
- Francesco Franchi
- Giulia Mirandola
- Fumettologica
- Hamelin
- AI - Autori di Immagini
- Paolo Fossati
- Laura Ottina

Il metodo. Qualcosa che tutti (o quasi tutti) abbiamo. Conduciamo le giornate, organizziamo la vita e il lavoro, ognuno nel suo spazio di libertà, secondo regole nostre, a prescindere dal grado di efficacia di ognuna di esse. Maturate spontaneamente o acquisite da un genitore, da un maestro, da qualcuno che abbiamo osservato e il cui modo di fare ci ha convinto e conquistato. Ma sempre e comunque nostre. AG Fronzoni prescriveva ai suoi alunni otto ore quotidiane di lavoro, sgobbando duro e in piena solitudine, tenendo fisso l’obiettivo della qualità. Nella sua geometria progettuale – dominante nell’essenza dei suoi lavori – la sintesi
di quel che c’è da fare appare come una programmazione ottimale del tempo.

Questo ILIT, il numero 6, non vuole essere una lezione sul metodo. Bensì un insieme di spunti interessanti, di suggerimenti per confrontarsi, capirsi, correggersi, guardare avanti. Come gli studenti di Fronzoni ci mettiamo all’ascolto e ci chiediamo: che cosa significa metodo per noi? Komagata ne parla con la figura della metafora: un filtro di caffè, una palla da baseball svelano la sua filosofia con la stessa concretezza con cui Piero Crida cerca l’efficacia, attraverso la curiosità, lo studio, la ricerca di consapevolezza. Francesco Franchi parla di design, di progettazione editoriale come ponte tra contenuto e forma, etica ed estetica, comunicazione e informazione.

 

Ingegnere alle prese con se stesso, Gianluca Folì fa del metodo un character e lo compone tassello dopo tassello come si farebbe con un personaggio di una storia. È un’alchimia di talento e responsabilità, l’incontro di capacità innate, altre apprese. E poi regole, aneddoti, formule e agende. La troviamo in quelle immagini che catturano la nostra attenzione per almeno tre secondi. Tre secondi. Per chi le ha prodotte è il risultato vincente di questo sforzo, di questa fatica. Devo avere letto da qualche parte che l’unico posto dove “successo” viene prima di “sudore” è il dizionario. Anche sul Melzi del 1884, la prima enciclopedia italiana che nell’arco di un decennio arrivò a superare le trecentomila copie vendute.