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Vincenzo Gioanola

25 fotogrammi

Giornata Internazionale del Cinema d’Animazione

C’è un uomo che viaggia in treno su e giù per l’Italia, con una valigia piena di ritagli di pellicola e tanti pennarelli indelebili. Ma chi è? Dove va? A cosa servirà quel singolare carico? Unico indizio, dev’essere un tipo paziente: «A volte per realizzare un’opera visibile nell’arco di un secondo ci metto un pomeriggio – confida – tuttavia potrebbe servire anche molto di più tempo, dipende dall’idea iniziale e dalla tecnica scelta».

Sta parlando della – tutto sommato – giovane arte del cinema d’animazione. Facciamo un passo indietro. L’avventura iniziò con il “teatro ottico”, ovvero una serie di lastre di vetro dipinte a mano messe in sequenza dal francese Charles-Émile Reynaud, che trovò il sistema di farle transitare davanti alla lanterna di un proiettore. Era il 1888. Messa a punto l’invenzione, il 28 ottobre del 1892 fu il momento di organizzare la prima proiezione pubblica al museo Grévin di Parigi. E così, tre anni prima della nascita del cinema (sancita con il famoso spettacolo organizzato dai fratelli Lumière al Grand Café sul Boulevard des Capucines) nacque… il cinema d’animazione!
Dal 2002 la ricorrenza del 28 ottobre si festeggia in tutto il mondo, con l’istituzione dell’International Animation Day da parte dell’Asifa, l’associazione che riunisce autori, produttori e distributori del cinema d’animazione.

Per l’occasione ILIT si è messa sulle tracce di un artista italiano capace di esprimere la magia dell’incontro tra il gesto pittorico e la tecnica cinematografica. Eccolo in arrivo, dunque. Scende dal treno ed il suo sguardo curioso pare subito osservare tutti e tutto, alla ricerca di un dettaglio da catturare al volo e fermare per sempre in uno schizzo. Anzi no, non si tratta affatto di bloccare! L’intento è piuttosto quello di registrare la realtà per (ri)animarla in forme nuove.
Eh sì, perché il viaggiatore è Vincenzo Gioanola, che da quarant’anni crea l’illusione del movimento disegnando personaggi e mondi in miniatura su singoli fotogrammi di pellicola da 35 millimetri. Piccole opere d’arte destinate ad ingigantirsi grazie alla luce del proiettore, fino ad arrivare a riempire lo spazio di uno schermo cinematografico. È lì, infatti, che i film dipinti a mano prendono vita. Un incantesimo che Gioanola ha imparato a praticare per renderne possibile un altro, assolutamente speciale: insegnare a tutti come realizzare cartoni animati, in particolare ai bambini, agli anziani e alle persone che vivono situazioni di disagio.

«Agli esordi, alla fine degli anni Settanta, utilizzai addirittura una pellicola 16 mm per il mio primo film, “Boogie”, che illustrava una canzone di Paolo Conte. Lo spazio di lavoro era davvero esiguo, capii che il fotogramma da 35 sarebbe stato più facile da gestire» ci spiega l’artista di Casale Monferrato, da tempo residente a Torino. Nel 1994 ha animato, di sua iniziativa, un videoclip basato sulla canzone “Fight da Faida” di Frankie Hi Nrg Mc poi molto apprezzato dal musicista, che lo diffuse ufficialmente. Ma l’attività didattica è la passione principale di Gioanola (ha insegnato allo Ied di Milano, in Europa, Cina e Giappone) ed suo canale YouTube è costellato di video realizzati durante i tanti workshop condotti durante la sua carriera.

Lo seguiamo durante un laboratorio didattico per adulti, organizzato al cinema Nuovo Eden di Brescia da Avisco nell’ambito degli eventi in vista della Giornata Internazionale del Cinema d’Animazione, in collaborazione con Bergamo Film Meeting. Chiaro l’intento prefissato, si tratta di dare ai venti partecipanti le basi per appassionarsi alla nuova attività sperimentata: «Insegno a fare animazioni cicliche, cioè quelle dove la figura si muove dal punto A al punto B, per poi tornare di nuova ad A. Qualcosa di simile allo zootropio e al fenachistoscopio».

Insomma, la storia del pre-cinema salta sempre fuori. E finisce, di solito, con l’appassionare grandi e piccini.

Gioanola - Illustratore Italiano

I corsisti realizzano il cortometraggio «Tema libero», seguendo le direttive di un Gioanola ammaliante, intento a sfoderare sorprese dal suo borsone senza fondo, come le tasche di Eta Beta: estrae volumi di tutorial sul movimento dei personaggi animati, tra diversi tipi di camminate messe in atto da umani (walk, double bounce walk, strut, shuffle, sneak, run, jump, fast run, tip toe, skip) e animali di ogni razza, roba da far impallidire ed inorgoglire Muybridge, che nell’Ottocento per primo catturò i movimenti del cavallo in corsa con 24 macchine fotografiche che scattavano in sequenza.
«È importante all’inizio esercitarsi ricalcando i passaggi dagli esempi». Non vola una mosca, il silenzio nella stanza è assoluto, come quello di un film muto. A differenza del cinema delle origini, però, la traccia audio del corto in fase di lavorazione verrà poi riempita da Gioanola stesso, che suona la ghironda e l’organetto, ma soprattutto sonorizza i suoi film con grande cura in fase di editing. «Dai vostri 25 fotogrammi costruirò un loop. Poi li monteremo per creare un film collettivo e facendo il telecinema avremo un file video».

Tanta poesia, dunque, ma anche la dose adeguata di nozioni tecniche e qualche trucco da svelare: «Tenete presente che potete dipingere su entrambi i lati della pellicola trasparente, quindi attenzione nel sovrapporre i colori, immaginate sempre il risultato finale. Prima usate le tinte più chiare, poi quelle scure. Attenzione a non mescolarle!».
Si comincia così, con un laboratorio. Può rivelarsi un incontro folgorante, magari come quello di Vincenzo Gioanola, in gioventù, con le opere dello scozzese Norman McLaren: una visione decisiva per le scelte professionali dell’autore, una rivelazione che lo ha condotto sulla via dell’animazione. Con la sua inseparabile valigia magica.

Gioanola - Illustratore Italiano