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TINALS

L’amore in una cassettina illustrata

Una delle relazioni più emozionanti che lega il disegno alle sue infinite applicazioni, avviene da tempo immemore con la musica. Banalmente le note sono traduzione in simboli, ben definiti, riconoscibili, universali, di suoni.

La notazione ebbe origine nel Medioevo, quando ai testi si aggiunsero semplici segni che aiutassero a memorizzare l’andamento e la melodia in corso. I nomi delle note, così come li conosciamo ora, presero vita dalle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell’inno Ut queant laxis, composto dal monaco storico e poeta Paolo Diacono.
Quel che accadde poi è noto a tutti, tutti noi che oggi entrando in Spotify possiamo accedere a uno degli archivi musicali più vasti mai realizzati. Tutti noi che prima o poi abbiamo tenuto tra le mani una cassettina, l’abbiamo desiderata, ascoltata e riascoltata, copiata, riavvolta con la Bic, spremuta pigiando contemporaneamente play-doppia freccia.
Quando ho visto per la prima volta Tinals ho pensato a quell’oggetto e al mio primo acquisto consapevole: mia madre voleva regalarmi le sigle dei cartoni animati, io volevo True Blue di Madonna. Sarà stato più o meno l’88. Sull’amore romantico avevo già le idee chiare, altro che Mila e Shiro. Tinals sta per This is not a love song e trasforma le canzoni d’amore in strisce illustrate in formato cassetta. È tutto così semplice che nel loro catalogo si passa da Toxic di Britney Spears (illustrata da Dario Panzieri) a Are you lonesome tonight di Elvis, poi Velvet Underground, Nirvana e via così senza alcuna malinconia, che quei pezzi fanno eco da soli proprio come l’originale dei Public Image ltd di Johnny Rotten che dà il titolo a tutto il progetto.

Toxic di Britney Spears secondo Dario Panzieri
↑ Toxic di Britney Spears secondo Dario Panzieri
Toxic di Britney Spears secondo Dario Panzieri
↑ Toxic di Britney Spears secondo Dario Panzieri

Le immagini sono affidate di volta in volta a illustratori, fumettisti, grafici e spesso la selezione avviene tramite contest. L’ultimo è nato in collaborazione con Rome Psych Fest 2017 ed è ispirato al brano Lucy In The Sky With Diamonds dei quattro di Liverpool, i Beatles.
In giuria anche l’art director del Mucchio Selvaggio, Francesca Pignataro, che ha da poco messo mano al progetto grafico della rivista nata nel ’77 con l’intervento dei due di Suday Büro, Valentina Casali e Marco Goran Romano, per il design del nuovo carattere tipografico.

Qui trovate il regolamento per realizzare il prossimo LSD-Trip mentre la deadline è fissata per le ore 12.00 del 6 novembre.