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Fusako Yusaki

La regina della plastilina

La chiamano la regina della plastilina.
Pioniera nel settore del cinema d’animazione oggi conosciuto come Claymation, da oltre cinquant’anni Fusako Yusaki sa donare un’anima a quel coloratissimo materiale plastico modellabile tanto amato dai bambini. Nata in Giappone nel 1937, l’artista di fama internazionale è giunta a Milano negli anni Sessanta e da allora vive in Italia.

Lunedì 3 ottobre sarà a Brescia per intervenire nell’ambito di
A.Bi.Book! – Festival della lettura per la prima infanzia.

“La plastilina è una metafora della vita. È modellabile, come lo siamo noi esseri umani, che ci trasformiamo continuamente: cresciamo, diventiamo adulti ed invecchiamo. Nati dalla terra, torniamo alla terra”.

Fusako Yusaki

Fusako Yusaki svela la filosofia alla base del proprio processo creativo con parole semplici e dirette, capaci di esprimere simultaneamente sia la profondità del suo spirito in perenne ricerca, che lo scanzonato entusiasmo necessario per affascinare i più piccoli (e continuare a stupire gli adulti) con la magia delle forme in movimento. Illusioni ottiche che – a differenza degli effetti speciali digitali che imperversano in tanto cinema contemporaneo – si reggono su un lavoro concreto, plasmato con cura artigianale da mani esperte.

“Con la plastilina posso creare qualsiasi cosa e poi trasformarla seguendo il flusso della mia fantasia. L’importante è farlo con gioia”. Nasce così, ogni volta, un inedito universo in 3d che i film riportano alle due dimensioni (le stesse della pittura e dell’illustrazione) mantenendo comunque vive le luci e le ombre che accarezzano i soggetti filmati.

Un campo di sperimentazioni espressive dal richiamo misterioso, che immancabilmente incuriosisce chi vi posa lo sguardo, in particolare i bambini. Alcuni dei segreti di questa tecnica d’animazione verranno svelati nella conferenza bresciana Telepongo. Animare piccole cose per piccolissimi spettatori, introdotta da Elena Pasetti, direttrice della Fondazione PInAC. L’incontro è pensato per un pubblico di genitori, insegnanti, educatori e bibliotecari.

Sia grandi che piccini conoscono Fusako Yusaki per le sigle della trasmissione televisiva L’albero azzurro e per i suoi personaggi come Peo (più di 50 gli episodi realizzati, oltre alla pubblicazione del dvd Peo gioca con i grandi pittori nella collana Stravideo di Gallucci), Talpy, Naccio e Pom, Oto che conducono i bambini alla scoperta dell’arte, della musica, della geografia e della natura. Beniamini tridimensionali che vivono avventure sullo schermo grazie alla tecnica “passo uno” (stop-motion o frame by frame, come dir si voglia) abitando scenari visibilmente astratti perché plasmati nella plastilina, ma che sono al contempo testimonianze di una concretezza sbalorditiva, pensando al lavoro da scultore necessario a realizzarli. La generazione che ha visto Carosello, inoltre, si ricorda bene le meravigliose coreografie realizzate dall’artista per pubblicizzare il Fernet Branca: danze di forme dal fascino psichedelico tecnicamente rivoluzionarie per l’epoca e in grado di catturare l’attenzione degli spettatori nonostante andassero in onda in bianco e nero. La serie completa dei film di Yusaki è stata inserita nella collezione del prestigioso Hara Museum of Contemporary Art di Tokyo, mentre meno conosciuta è la sua attività di decorazione di ceramica e piastrelle.

“Per ogni secondo che compone un film animazione dobbiamo scattare 25 fotogrammi, ci vuole molta pazienza, una dote che scaturisce solo dalla grande passione per questo lavoro”, racconta Fusako. La forza dirompente di questo incessante amore per l’arte vibra anche nella voce dell’artista, che si accende ricordando l’amicizia con Osvaldo Cavandoli (1920-2007), brillante disegnatore e padre del burbero personaggio animato La Linea, e ripensando agli anni d’oro di Carosello, che contribuirono allo scoccare di tante amicizie tra creativi, spesso nate a sfondo professionale, ma trasformatesi – secondo quella stessa magia che anima la plastilina e la vita – in veri affetti.

“Ah, eravamo e siamo ancora tutti matti! Ci divertivamo e ci facevamo scherzi… Di quel fantastico gruppo sento ancora Bruno Bozzetto! In quel bel periodo ci si incontrava nello studio di Cavandoli, che amava preparare delle marmellate artigianali per gli amici, con tanto di etichette realizzate di suo pugno. Ce le regalava, ma poi rivoleva sempre indietro i vasetti vuoti… che risate facevamo quando insisteva!”

Cartoline da un mondo pre-digitale, che Fusako non rimpiange in toto, avendo saputo anche trarre alcuni benefici dall’introduzione delle tecnologie nel suo processo di sviluppo creativo, ma al quale rimane ancorata grazie alle salde radici di quella tradizione artigianale dell’animazione che ha contribuito a sviluppare e che continua a divulgare intervenendo spesso per workshop su invito delle università italiane (ad esempio nel corso del 2016 allo IED).

“Adesso è tempo di vivere questo momento storico, ma sono certa che tra cinquant’anni si riscoprirà l’importanza della creatività che passa attraverso la manipolazione della materia. Ogni tanto io mi faccio viva, con gioia, per raccontare questa bellezza, soprattutto ai bambini”.

fusako yusaki