Al via a Bagheria la terza edizione di Animaphix, Festival Internazionale del Film d’Animazione. A firmare il trailer è un corto animato dal brillante autore italiano Rino Stefano Tagliafierro.
C’è chi mette le tecniche dell’incisione al servizio della stop motion, chi dipinge direttamente su pellicola e addirittura chi anima i dipinti d’epoca attraverso la postproduzione digitale. Tanti affascinanti modi per creare film d’animazione innovativi, capaci di donare agli spettatori contemporanei quell’emozione tipica delle prime esperienze rese possibili grazie alla settima arte: l’estasi dello stupore.
Accade in Sicilia, dove a Bagheria (Palermo) sta per aprirsi la terza edizione di Animaphix (dal 27 al 30 luglio) negli spazi di Villa Aragona Cutò e Villa Cattolica. L’evento, dedicato al cinema d’animazione, abbraccia un’ampia selezione di cortometraggi d’autore, con particolare interesse alle produzioni indipendenti, alle espressioni cinematografiche innovative e sperimentali e ai cineasti emergenti che si impongono all’attenzione internazionale. Immancabile la sezione concorso, pronta a presentare cortometraggi animati internazionali, con particolare attenzione al “paesaggio sonoro” nella selezione Soundscapes. In arrivo ci sono 2 ospiti d’eccezione, come il maestro polacco Piotr Dumala, noto per la sua “destructive animation”, un’originale tecnica di incisione su lastre di gesso dipinte di nero che, graffiate con aghi e raschietti sottili, lasciano apparire linee bianche. L’arte di decorare a mano i singoli fotogrammi verrà svelata dalla viva voce dal maestro svizzero Georges Schwizgebel, autore di oltre venti cortometraggi premiati in festival di tutto il mondo, tra cui La Course à l’abîme, classificato tra i cento più importanti film dal festival di Annecy. I suoi lavori si contraddistinguono per la tecnica artigianale, una pittura animata che diviene un’opera d’arte dinamica. Donare la magia del movimento direttamente ai capolavori realizzati su tela dai maestri del passato è prerogativa di Rino Stefano Tagliafierro, autore italiano che ha raggiunto la fama internazionale con (un tributo all’arte e alla vita, che si manifesta in un montaggio di dettagli di dipinti che raccontano tutte le fasi dell’esistenza e le relative emozioni, attraverso slittamenti mentali suggeriti dai movimenti irreali dei soggetti ritratti, resi plausibili dagli effetti speciali digitali) e che ha firmato il trailer di Animaphix, visibile in anteprima su ILIT.
“Il trailer – spiega Rino – è nato a partire dall’immagine di questa edizione del Festival, firmata dall’illustratrice Rosalba Corrao. La sfida è stata mantenere una coerenza di stile e d’intenti rispetto all’immagine di partenza. Per me si è trattato di mettere in atto un nuovo approccio stilistico, volto a rispettare l’eleganza dell’immagine ad acquarello e la femminilità non solo del soggetto, ma anche del tratto. Con Beauty l’idea di mantenere l’aspetto “dolce” e lieve del ritratto originale ho animato alcuni suoi piccoli movimenti in relazione al mare”. La ricerca artistica di Tagliafierro, del resto, è mirata: pone grande attenzione alle potenzialità di trasformazione dell’immagine. “Lavoro molto sul movimento lento, sulle micro-azioni, che non sempre sono narrative, infatti possono anche rivelasi semplicemente evocative di una gamma di particolari emozioni. Mi piace creare l’occasione per doppi livelli di lettura, fino quasi a generare ambiguità: in apparenza sembra di vedere una cosa, poi si scopre che è un’altra”.
Tutte riflessioni che rendono il corpus di opere di Rino, pluripremiato a livello internazionale, un tesoro di suggestioni in grado di tracciare una sottile linea di continuità tra passato e presente (nonché un mash up diretto tra le opere d’arte analogiche e la post produzione digitale) mettendo in discussione, ad esempio, il fenomeno del vojeurismo andando a scandagliarne le origini nel cortometraggio Peep Show, distribuito online a fronte di un “gettone” di un euro. “La piccola spesa – precisa Tagliafierro – fa parte dell’operazione concettuale: volevo mettere il web al posto del carretto che, accanto altri intrattenimenti da baraccone, oltre un secolo fa offriva visioni proibite. Dunque ho pensato a un peep show a pagamento, in Rete, dove spiare dal buco della serratura per vedere dipinti dalla forte carica sensuale, che si animano. Insomma, l’esperienza è paragonabile a “spiare l’arte”, una cosa che mi intriga fare e che questo progetto mi ha facilitato: tanti tra i dipinti che ho selezionato erano nascosti in collezioni private e “Peep Show” è stata l’occasione di intercettarli e riportarli alla luce, agli occhi del grande pubblico. Sono affascinato da questo tipo di ricerche e tuttora già all’opera per ampliarne la prospettiva”.