Si è concluso lo scorso 17 Luglio a Pergola, la prima edizione di Animavì – Festival Internazionale del Cinema di Animazione Poetico, kermesse che ha accolto nelle sezioni di concorso sia affermati artisti, sia i giovani studenti della scuola d’Arte di Urbino.
Sotto la direzione artistica del poeta d’animazione, Simone Massi, la giuria, composta dal regista Ascanio Celestini, dallo scrittore Umberto Piersanti e dal premio OscarAleksandr Petrov, ha assegnato il primo premio alla regista russa Anna Shepilova per il corto “It’s Raining”: un bianco e nero, acquerellato di verde e rosso, che sulle note di “Violino Zigano” illustra le fantasticherie di un paffuto pargoletto allo scoppio del secondo conflitto mondiale.
Al Maestro Petrov è stata dedicata un’incantevole selezione dei capolavori, che maggiormente ne hanno segnato la carriera, la poetica e soprattutto la tecnica, dallo stesso definita della “Pittura viva”
“Utilizzo pittura ad olio su una piattaforma illuminata e trasparente. Uso le dita per non far seccare il colore, perché lavorare con le mani è più veloce che con un pennello, riuscendo così a realizzare sino a 15 disegni al giorno. Ad un regista non importa la quantità, ma quanto si può raccontare. È questo un lavoro lungo e lento, in cui lo scopo principale è riuscire a non far percepire allo spettatore la fatica dell’opera, ma solo la bellezza della dinamica poetica.”
“La mucca” (1989) è la sua opera di diploma, eppure già rivelazione di grande talento, tanto da ottenere la prima nomination agli Oscar. Ispirato ad un racconto di Platov, ma in parte anche all’infanzia del regista, il film dipinge l’amore e la compassione che legano un bambino all’animale che lo nutriva. “Non divenni certo più ricco”, afferma il Maestro, “ma fui certo più sicuro del mio destino professionale, consapevole di poter affrontare quelle sfide, che ancora oggi mi ripagano”.
“La Sirena” (1996) è invece il primo piccolo film prodotto dallo Studio d’animazione fondato dallo stesso Petrov, a dimostrazione di quanto potesse realizzare con le sue forze e restando nel suo paese. L’opera, vincitrice del Premio della Giuria ad Annecy, elabora liberamente il motivo letterario nordico dell’amore offeso e della sua vendetta.
Ed infine, il favoloso “Il vecchio e il mare” (Oscar 2000), tratto dall’opera di Ernest Hemingway,
“Era molto tempo che volevo lavorare su questo racconto, a mio parere il più bello del XX sec. Mi interessava molto il rapporto tra l’uomo e la natura. La volontà di un uomo grato alla vita, ma che non smette mai si misurarsi con la forza della natura stessa”.
Ma Animavì, ha potuto fregiarsi dell’opera di Aleksandr Petrov anche attraverso la presentazione esclusiva di un’opera d’eccezione, ovvero la sigla di apertura delle proiezioni, vera e propria perla d’arte pittorica animata, co-firmata assieme al figlio Dimitri. Attacco di violino e un pettirosso spicca il volo, la sua piuma color rubino trasfigura in un veliero in rotta tra cielo e mare verso l’orizzonte. Un uomo campeggia al timone, pilota della propria fantasia.
“Animavì – sottolinea a festival concluso il direttore artistico Simone Massi – è venuto come lo avevo pensato, tutto è filato liscio, merito di un gruppo straordinario capitanato da Mattia Priori, Leone Fadelli e Silvia Carbone. Fondamentale è stata la conduzione di Luca Raffaelli che con la sua grande umanità e intelligenza è stato capace di adattarsi alle diverse situazioni che gli si presentavano sul palco e il risultato è che siamo riusciti a portare in un paesino come Pergola, nomi prestigiosi e pubblico da tutta Italia, rendendo tutti felici. Da oggi lavoriamo per la seconda edizione, che sarà anche migliore”.