architecture

GAE AULENTI
Preferiva disegnare in modo più razionale e organizzato

Raccontare le opere di un architetto attraverso i suoi disegni, penso sia un’opera ambiziosa e allo stesso tempo una sfida per cercare di catturarne l’identità stilistica e la competenza professionale. Il disegno a mano permette di osservare in modo più profondo la realtà; nell’architettura disegnata si possono scovare i segreti alle spalle del processo progettuale e le intuizioni da cui scaturiscono scelte stilistiche o soluzioni tecnologiche.

Proviamo quindi a cimentarci in questa sfida analizzando alcuni dei disegni fatti a mano dall’Architetto Italiano Gae Aulenti. Scomparsa nel 2012 è stata una figura di rilievo nello scenario dell’architettura moderna Italiana, apprezzata da molti, non capita da alcuni.

Gae Aulenti si forma come architetto nella Milano degli anni cinquanta, dove l’architettura italiana è impegnata in quella ricerca storico culturale di recupero dei valori architettonici che confluirà nel movimento Neoliberty. Si distingue come figura professionale socialmente attiva, impegnata in diversi settori dall’architettura al design, dalla scenografia teatrale e all’allestimento.

Non amava disegnare schizzi concettuali, quelli caratterizzati dalla velocità di catturare un’idea e fermarla sul foglio in attesa di essere rielaborata ma preferiva disegnare in modo più razionale e organizzato. Tutti i suoi disegni, sia che si tratti di opere architettoniche realizzate che di meri studi, sono disegnati con precisione tecnica e ricchezza di dettagli.

Nuovo accesso alla stazione S.M. Novella Firenze (1990)
↑ Nuovo accesso alla stazione S.M. Novella Firenze (1990)

1. Nuovo accesso alla Stazione di Santa Maria NovellaFirenze (1990). Tecnica: china e matita colorata su lucido. La rappresentazione dei prospetti risulta essere molto precisa e ricca di dettagli architettonici e paesaggistici. L’architetto Aulenti non lascia niente al caso, analizza ogni sfaccettatura del progetto inserendo più particolari possibili per avere un immediato riscontro con la realtà dell’opera.

↑ Donnerstag aus Licht (1981)
Bozzetto e scena

2. L’architettura scenica Donnerstag aus Licht (1981) – bozzetto e scena. Le scenografie dell’architetto sono l’astrazione di un atto complesso dipendente dall’architettura nella quale dimensioni, proporzioni e forme generano un’idea, un modello platonico. Non ricrea l’edificio imitandolo ma rappresenta l’idea dell’edificio reinterpretandolo attraverso la propria poetica architettonica.

3. Mostra al MOMA “Italy: The New Domestic Landascape”(1972), pubblicata sulla rivista di architettura Casabella, per cui l’architetto ha collaborato per diversi anni. Si nota l’utilizzo di un’altra tecnica di rappresentazione: l’assonometria, che permette la visione d’insieme dell’oggetto raffigurato mostrando contemporaneamente più facce. La priorità era quella di determinare spazi controllati ed equilibrati.

↑ Italy The New Domestic Landscape (1972)
Prospetto degli elementi
↑ Serie mobili Kartell (1968)
Poltrona sezione

4. Gli ultimi disegni ci immergono nel mondo del design. Serie mobili per Kartell (1968). La rappresentazione in sezione di questa seduta, focalizza l’attenzione sulla fase di costruzione dell’oggetto. Si nota lo studio geometrico che ha determinato la scelta delle misure ergonomiche della seduta, i raggi di curvatura, le proporzioni. La forma morbida e plastica della sedia maschera uno studio geometrico rigoroso.

5. Lampada Pipistrello del 1965, disegnata come site specific per lo showroom di Olivetti realizzato anch’esso dallo stesso architetto. In questo disegno si può notare come simultaneamente si rappresenta l’oggetto attraverso sezioni orizzontali e verticali, con annotazioni scritte a mano indicanti i materiali costruttivi. Questa commistione di diverse tecniche grafiche sullo stesso foglio da disegno, esprime la volontà di studiare l’oggetto in tutte le sue sfaccettature per avere sott’occhio sia la visione di insieme che il dettaglio costruttivo.

↑ Lampada Pipistrello (1965)
Schizzi
↑ Sgarsul per Poltronova (1962)
Schizzi

6. Sedia Sgarsul per Poltronova (1962) – Bozzetto e dettaglio disegnato a china e colorato con pantone. Anche in questo caso, se pur si può notare una maggiore libertà espressiva nel disegno, l’attenzione ai dettagli non manca e il bozzetto si arricchisce di informazioni che rendono maggiormente comprensibile l’aspetto costruttivo di tale oggetto. Il colore viene utilizzato per rimarcare l’elemento struttura della seduta che diventa l’essenza dell’oggetto, la sua riconoscibilità.

Attraverso l’analisi delle sue variegate rappresentazioni si nota il forte legame sempre presente tra il disegno e la realtà dell’opera costruita e si intuisce la natura progettuale molto organizzata dell’architetto. L’idea chiara viene espressa al meglio sul foglio con pieno controllo della tecnica utilizzata senza avere ripensamenti o dubbi.